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- intitolazioni
- pubblicazioni
Ardito Desio
Viaggi e spedizioni
- 1922-24 Dodecanneso
- 1926 Libia
- 1929: Karakorum
- 1930: Libia
- 1931: Sahara libico
- 1932: Libia
- 1933: Persia
- 1936: Libia e Tibesti
- 1937-38: Etiopia
- 1940: Tibesti
- 1940: Albania
- 1940-1950:
- 1952: Giordania Pakistan e India
- 1953: Pakistan
- 1954-1955: K2
- 1961: Afghanistan
- 1962: Karakorum
- 1962: Antartide
- 1966-1968: Birmania
- 1970: Filippine
- 1971-73: Karakorum
- 1980: Tibet
- 1990: Ev-K2-CNR
VIAGGI E SPEDIZIONI
1922-24: Viaggi di studio nel Dodecanneso
Fra il 1921 il 1924 effettuò due missioni (14 mesi) nelle Isole del Dodecanneso (Mare Egeo) studiando ed illustrando quell'arcipelago per la prima volta, in un'apposita monografia geologica. Due viaggi densi di avventure durante i quali, per la sua caparbietà nel voler portare a termine le ricerche, mise più volte a repentaglio la propria vita. Gli sbarchi nelle isole erano, infatti, spesso a rischio a causa del vento e delle onde molto alte; la fortuna però, lo ha sempre assistito! E fu proprio in uno di quei trasferimenti da un'isola all'altra che incontrò per la prima volta Aimone di Savoia Aosta, Duca di Spoleto, all'epoca comandante della torpediniera "Cassiopea".
1926: Missione geogafico-geologica in Marmarica e Giarabub (Libia)
Questo suo primo incontro con l’Africa ed il Sahara fu piuttosto avventuroso. Spinto dal desiderio di esplorare dei territori a lui sconosciuti rischiò più volte la vita. Ciò nonostante portò a termine importanti rilevazioni geologiche, topografiche nonché osservazioni paleontologiche dell’oasi di Giarabub e dei territori limitrofi. I risultati di questa spedizione furono poi pubblicati in quattro volumi
1929: Prima spedizione nel Karakorum
La spedizione geografica italiana al Karakorum fu ideata fin dal 1926 da un gruppo di soci del CAI di Milano con il proposito di tentare la scalata del K2 o di una delle cime superiori a 8.000 m che si ergono alla testata del Baltoro. La città di Milano assunse, verso la fine del 1927, il finanziamento della spedizione, posta sotto il patrocinio della R. Società Geografica Italiana e del C.A.I.. Aimone di Savoia Aosta, Duca di Spoleto, accettò di assumerne il comando. A causa delle polemiche sorte in seguito al drammatico epilogo della spedizione Nobile al Polo Nord con il dirigibile Italia, l'avventura nel Karakorum fu modificata e ridotta nei suoi intenti. Fu messo da parte l'obiettivo alpinistico della scalata al K2 mentre furono evidenziati gli scopi scientifici. Fu così che Desio, come geografo e geologo, prese parte al viaggio. In quell'occasione esplorò la media Valle Shaksgam, sul versante settentrionale del Karakorum, nella quale una spedizione inglese (Mason) non era riuscita a penetrare, il Ghiacciaio del Duca degli Abruzzi e della Sella Conway nell'Alto Baltoro. Scoprì il nuovo valico attraverso la cresta principale del Karakorum fra il Trango (affluente del Baltoro) e il Sarpo Laggo ed effettuò l'esplorazione completa del Ghiacciaio Panmah. Eseguì rilievi topografici in vaste aree inesplorate nonché lo studio geologico e geografico di tutto il territorio. Ottenne, inoltre, diversi risultati alpinistici sia da solo che con altri. Il resoconto della spedizione è contenuto in un volume, da lui stesso compilato, pubblicato nel 1936.
vedi foto panoramiche 1929 Baltoro
1930: Missione in Sirtica e Cirenaica
Esplorò, con il patrocinio della R. Società Geografica Italiana, i territori delle Oasi di Marada, Augila e Gialo con lo scopo di cercare nitrati e raccogliere nuovi dati per la compilazione di una carta geologica a piccola scala della Cirenaica. Non mancò, durante tutta la spedizione, di effettuare osservazioni paleontologiche, geologiche e geomorfologiche dalle quali poi produsse varie pubblicazioni. Osservò per la prima volta in Sirtica la presenza dell’Oligocene, scoprì nella sorgente termale di Ain el-Braghi una nuova specie di pesci.
1931: Con una carovana di cammelli attraverso il Sahara libico
Per incarico della Reale Accademia d'Italia, presieduta da Guglielmo Marconi, organizzò una spedizione scientifica che attraversò il Sahara Libico con una carovana di cammelli alla volta dell’Oasi di Cufra, rientrando sulla costa attraverso il Fezzan Orientale. In questa occasione compì studi di carattere geologico e geomorfologico, paleontologico, zoologico e botanico. Il risultati di queste ricerche si tradussero in un’enorme quantità di reperti accompagnati dalla consueta mole di dati e fotografie
1932: Esplorazione dell’entroterra della Cirenaica e Tripolitania
Nella seconda metà del 1932 compì per conto del Governo Libico una serie di ricognizioni di carattere geografico e minerario fra le Oasi di Giarabub, Gialo,Marada e la Costa del Mediterraneo alla ricerca di nitrati.
La missione in Tripolitania invece, ebbe come scopo una ricognizione geologica preliminare nella Giofra per definire eventuali possibilità dell’esistenza di terreni fosfatici in quel territorio.
1933: Viaggio ai monti della Persia
Con un aereo messo a disposizione dall’amico e allora ministro dell’Aeronautica Italo Balbo, Desio diresse una spedizione italiana che operò nell’Iran scalando per la prima volta alcune cime superiori a 4000 metri nella catena di Zagros e il Demavend (5771m) per il versante ovest. In questa occasione segnalò la presenza di piccoli ghiacciai in quel paese. Durante il volo di andata arrivò a Teheran dopo ben due atterraggi di fortuna.
1936: Ricerche geologico-minerarie e idriche in Libia e primo volo sul Tibesti
Nel 1936 venne incaricato dal Governo della Libia di creare il Museo Libico di Storia Naturale e di dirigere le ricerche geologico-minerarie e di acque artesiane nel sottosuolo. Scoprì un giacimento di magnesio e potassio (carnallite) nell'Oasi di Marada nonché l'esistenza di idrocarburi nel sottosuolo libico da dove furono estratti, nel 1938, i primi litri di petrolio. Il programma di ricerche petrolifere per il triennio successivo - da sviluppare con il concorso dell'AGIP - prevedeva, nel quadro dei suoi studi sull'intero territorio libico (sintetizzati nella sua carta geologica di tutta la Libia), indagini nella Sirtica, da lui studiata per la prima volta dal punto di vista geologico. Proprio in quell'area vari anni dopo vennero trovati dagli americani i maggiori giacimenti di idrocarburi della Libia. Lo scoppio della guerra impedì, però, lo sviluppo di tutto il programma. Comunque, prima che Desio lasciasse il Paese, 18 dei pozzi perforati per ricerche idriche cominciarono a dare manifestazioni di petrolio. Nel 1936 individuò inoltre una ricchissima falda acquifera artesiana che fu impiegata per l'irrigazione di vaste aree della provincia di Misurata e consentì la colonizzazione e la trasformazione agraria di quel territorio semidesertico. Sempre nel 1936 partecipò al primo volo, organizzato dal Governatore Italo Balbo, sul massiccio del Tibesti (Sahara Orientale) e lungo i confini meridionali della Libia. Nello stesso anno, per incarico della Reale Società Geografica Italiana, effettuò l'esplorazione geologica del Fezzan di cui illustrò per la prima volta la costituzione geologica.
1937 - 38: Ricerche minerarie in Etiopia
Nel 1937 e 1938 effettuò due missioni geologico-minerarie nell'Ovest Etiopico (Uollega e Beni Shangul) fra il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro, dove trovò giacimenti di oro, molibdenite e mica. La sua missione perse parecchi uomini, fra i quali due dei cinque italiani, in seguito ad un assalto dei ribelli. Desio si salvò grazie ad un tubo metallico utilizzato come portacarte che, indossato a tracolla, impedì ad un proiettile di colpire il torace. Ancora una volta la fortuna fu dalla sua parte
Marzo 1940: Secondo volo sul Tibesti
Effettuò una spedizione geologica nel Tibesti, utilizzando mezzi aerei e autocarri e in un mese esplorò la porzione nord-est di quel massiccio. Con due piccoli aeroplani e alcuni autocarri si trasferì prima a Uau el-Chebir e poi nel territorio nord-est del Tibesti tra Ghezendi e il Gebel Eghei. Con brevi voli limitati dalla scarsa disponibilità di benzina, raccoglieva dall’alto dati sulle vie d’accesso, penetrava con gli automezzi entro le valli di quell’aspro massiccio montuoso e dirigendosi con gli strumenti topografici utilizzati per costruire la carta base. Riuscì ad effettuare una ricognizione geologica che poi illustrò in una monografia pubblicata due anni dopo.
Agosto 1940: Ricerche minerarie in Albania
Organizzò e diresse una missione geologico-mineraria nel Bacino del Drin nero alla ricerca di un particolare tipo di roccia, la dunite, i cui affioramenti sono legati in tutto il mondo alla presenza di giacimenti di platino. Nonostante le ricerche non diedero esito positivo furono comunque utili alla successiva pubblicazione di articoli geologici e paleontologici.
1940-1950
Durante la seconda Guerra Mondiale, sospese le missioni estere, si dedicò a ricerche geologiche in Lombardia e all’elaborazione dei dati raccolti nei suoi ultimi viaggi. In quel periodo compilò tra l’altro e diede alla stampa un trattato di Geologia Applicata all’Ingegneria, un volume sui suoi viaggi in Libia (“Le Vie della Sete”) e una monografia sui ghiacciai del massiccio dell’Ortles-Cevedale.
1952: Giordania e viaggio preliminare in Pakistan e India
Predispose un viaggio nel Vicino Oriente, con base a Damasco, per accertare la consistenza di giacimenti di fosfati esistenti in Giordania. Da qui si recò direttamente in India e Pakistan con l’intento di chiedere ai politici locali il permesso per effettuare una spedizione e tentare la scalata del K2.
1953: Esplorazione in Pakistan e ricognizione alle pendici del K2
Per il 1953, il permesso per la scalata del K2 era già stato accordato alla spedizione nordamericana del dott. Houston, effettuò quindi un rapido viaggio nel massiccio dell’Haramossh dove, per incarico del Governo del Pakistan, prese in esame il problema del ghiacciaio Kutihiah, che in tre mesi era progredito di 12 Km, invadendo la valle sottostante. Di là proseguì poi per il ghiacciaio Baltoro, effettuando una ricognizione sino alle pendici del K2
1954-1955: Spedizione alpinistico-scientifica al K2
La spedizione americana del 1953 fallì e proprio nel luglio del 1953 Desio ottenne il permesso per scalare il K2 nel 1954. Le basi del piano finanziario poggiavano sopra due cospicui apporti: il primo del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il secondo del Comitato Olimpico Nazionale per un totale di 70 milioni di lire. La somma mancante per coprire l'intero fabbisogno sarebbe stata fornita dal Club Alpino Italiano, attraverso sottoscrizioni e dagli apporti dell'attività giornalistica ed editoriale di Desio.
La preparazione della spedizione prevedeva, nei minimi dettagli, tutte le operazioni e le relative scadenze dal 25 novembre 1953 al giorno della scalata vera e propria del K2 e poi sino al ritorno in Italia. Il piano fondamentale della spedizione prevedeva l'organizzazione di due squadre, una alpinistica e una scientifica. La prima con il compito di affrontare la scalata del K2, la seconda di completare ed estendere le ricerche effettuate negli anni prepcedenti. La selezione dei candidati avvenne in base ad una graduatoria compilata da una commissione di medici dopo ripetute visite e severi esami medico-fisiologici dei quali uno a 3000 m di altezza. I candidati selezionati per la scalata furono: E. Abram, U. Angelino, W. Bonatti, A. Compagnoni, C. Floreanini, P. Gallotti, L. Lacedelli, M. Puchoz, U. Rey, G. Soldà, S. Viotto; gli scienziati che presero parte alla spedizione, oltre al medico G. Pagani e al cineoperatore M. Fantin, furono i proff. E. Graziosi, A. Marussi, B. Zanettin e l'ufficiale topografo dell'IGM F. Lombardi, A. Ullah, medico, osservatore del Governo pakistano, Badshajan aiuto topografo. Verso la metà di marzo buona parte dei materiali era pronta per l'imbarco nei sotterranei dell'Istituto di Geologia dell'Università di Milano, dove risiedeva il Quartiere Generale della spedizione. Il 30 marzo le 13 tonnellate vennero imbarcate a Genova. Molti furono gli ostacoli di ogni tipo da superare, non ultimo quello delle eccezionali avversità del tempo. L’impresa fu funestata dalla morte per polmonite di Mario Puchoz, uno dei membri più forti della spedizione. Nonostante tutto, il 31 luglio 1954 alle 18:00 gli alpinisti Achille Compagnoni e Lino Lacedelli conquistarono la vetta della seconda cima al mondo per altezza (8611 m). Il piano fondamentale della spedizione fu quindi portato integralmente a compimento con risultati lusinghieri anche nel campo scientifico. Del volume di Desio sulla storia di quel viaggio sono state stampate quindici edizioni in 12 lingue. Diece volumi di relazioni scientifiche sono stati pubblicati in lingua inglese. A questi vanno aggiunti un centinaio di scritti minori.
Le bandierine offerte dai sodalizi italiani sventolano dalla tenda del capo-spedizione:dietro troneggia il K2.
Collezione Desio 1954
Nell'estate del 1955 continuò le sue ricerche scientifiche con due spedizioni geologiche, una nel Chitral (Pakistan Nord Occidentale) ed una nell'Afganistan centrale.
- Pesatura del minerale di antimonite presso il ponte per le miniere di King
Collezione Desio 11/08/1955
1961: Spedizione scientifica in Afghanistan
Organizzò e diresse una spedizione scientifica nel Badakhshan (Afghanistan Nord-orientale) con il Prof. A. Marussi dell’Università di Trieste, e due assistenti, il Dott. G. Pasquarè e il Dott. E. Martina. Esaminarono la composizione geologica dell’Hindu Kush ed redassero le prime carte geologiche della zona.
1962: Karakorum occidentale
Condusse una spedizione leggera nella Valle di Hunza e ai ghiacciai Chogo Lungma e Hoh Lungma, il cui programma fu quello di esplorare dal punto di vista geologico il bacino superiore del fiume Hunza, subaffluente dell’Indo, nel territorio di Gilgit, colmando due lacune rimaste dai viaggi precedenti nel bacino del fiume Shigar (affluente dell’Indo) e nel territorio di Skardu.
Novembre 1962: Spedizione in Antartide
Fin dal 1954 Desio aveva avviato la preparazione di una spedizione antartica. Era un programma molto ambizioso poiché prevedeva la traversata dell'Antartide nel punto più stretto, ossia dal Mare di Weddell al Mare di Ross, passando per il Polo Sud. Ma tutto andò in fumo, perchè nel gennaio 1955 veniva annunciato dalla stampa che gli inglesi con i neozelandesi si preparavano a realizzare lo stesso progetto. In occasione dell'Anno Geofisico Internazionale (1957-59) dedicato all'esplorazione dell'Antartide, Desio cercò di organizzare una spedizione italiana in quel continente senza tuttavia riuscire a raccogliere la somma necessaria. Tutti i fondi erano già stati impegnati per tutte le altre ricerche nell'ambito dell' Anno Geofisico Internazionale. Ritentò più tardi nel 1961. La meta era allora la catena montuosa più elevata di quel continente. Si recò a Washington per prendere contatti con la National Science Foundation. Il progetto prevedeva il trasporto per via aerea, insieme con sei compagni, ai piedi della catena ove sarebbero rimasti per qualche mese. Il ritorno alla Stazione Byrd, alla fine delle operazioni, sarebbe dovuto avvenire autonomamente. L'organizzazione americana, però, non si sentì di assumere i rischi e le responsabilità di tale impresa e così anche questo tentativo fallì.
Finalmente fra i mesi di novembre e dicembre 1962, per invito delle National Science Foundation degli U.S.A. Desio visitò le principali stazioni del settore nordamericano dell'Antartide e fu anche il primo italiano a raggiungere il Polo Sud. Nell'aprile del 1974 gli venne conferita dal Governo degli Stati Uniti la "Antartic Service Medal".
1966-1968: Studi di dighe in Birmania
Nell'inverno 1966 effettuò una missione in Birmania centrale per esaminare dal punto di vista geologico la fattibilità di un progetto di irrigazione, patrocinato dall'ONU, sul fiume Mu (affluente dell'Irrawaddy). La missione fu completata nell'anno successivo. Su problemi del genere, soprattutto a scopo idroelettrico, ebbe ad occuparsi molte volte sia in varie regioni dell'Italia, sia all'estero (Spagna, Svizzera, Grecia, Turchia, Libia, Pakistan, Brasile) studiando i problemi geologici di un centinaio di impianti di cui poco meno della metà poi realizzati.
1970: Missione geologico-mineraria nelle Filippine
Nel 1970 effettuò una missione di studio nell'isola di Mindanao (Filippine) preparando un rapporto di carattere geologico-minerario allo scopo di valorizzare le risorse del sottosuolo del Cotabato meridionale. Eseguì studi e ricerche di metalli, minerali, materiali da costruzione naturali (gesso, calcare, pozzolana ecc), gas, petrolio e carbone.
1971-73: Studi sul Karakorum
Nel 1971 compì nuovi studi geologici nel Karakorum esplorando fra l'altro la media valle dell'Indo, prima di allora sconosciuta dal punto di vista geologico.
La guerra Indo-Pakistana interruppe temporaneamente la prosecuzione delle ricerche, ma nel 1973 Desio ritornò ancora una volta nel Karakorum per completarle. L'ultima sua missione nel Karakorum, effettuata con suoi ex-allievi e collaboratori, risale al 1975 nel distretto di Gilgit.
1980: Attraverso il Tibet
Nel 1980 ricevette dall'Accademia Sinica l'invito a prendere parte a un simposio sul Tibet che si tenne a Pechino nell'ultima settimana di maggio. Al simposio fece seguito la traversata del Tibet Meridionale da Lhasa per Xigazé sino a Zham, proseguendo poi per Katmandù nel Nepal. Era la prima volta dopo l'intervento cinese in Tibet (1948) che quel territorio non solo veniva aperto agli stranieri ma anche illustrato in loco dagli scienziati cinesi che da circa un ventennio si dedicavano al suo studio. L'escursione prevedeva che il punto più elevato dell'itinerario fosse 5.451 m. che Desio, all'età di 83 anni, superò senza problemi. Durante la settimana trascorsa a Pechino Desio ricevette particolari onori dalle maggiori autorità scientifiche e politiche cinesi, fra le quali Den Xiaoping.
1990: Ev-K2-CNR
Quando nel 1987 George Wallerstein, dell'Università di Washington, annunciò che, in base alle misurazioni da lui effettuate con sofisticate apparecchiature, il K2 e non l'Everest era la montagna più alta del mondo, Desio colse subito l'occasione per organizzare una spedizione ai monti dell'Asia e verificare così, sul posto, l'effettiva altezza delle due montagne.
La realizzazione dell'impresa fu resa possibile da un congruo finanziamento del CNR. Per effettuare le misurazioni vennero scelte le prime apparecchiature GPS (Global Positioning System), messe a disposizione da un gruppo privato, La Specola di Padova. La spedizione EV K2 CNR, partì il 28 luglio e portò a termine i lavori in un mese esatto. Con i suoi 8872 m., 24 in più di quelli tradizionalmente accertati, la montagna più alta risultava essere ancora l'Everest, mentre il K2 si attestava sugli 8616 m., cinque in più di quelli della quota conosciuta fino ad allora. Entrambe le montagne, comunque, rivelavano chiaramente la presenza nel tempo di un lento movimento di sollevamento dovuto alla particolare configurazione tettonica di quell'area. I risultati della spedizione vennero ampiamente pubblicizzati, ma questo non significò la fine del progetto EV K2 CNR, che, per iniziativa di Desio, proseguì con la realizzazione del laboratorio Piramide collocato nel 1989 a circa 5050 m. di quota, ai piedi dell'Everest. Scopo del laboratorio era quello di consentire ricerche multidisciplinari in alta quota. Al primo esperimento, parteciparono, infatti, venti specialisti di diverse discipline. Gli studi e le ricerche nella "Piramide" proseguono ancora.