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Ardito Desio
RICOGNIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE IN CIRENAICA
Si è conclusa nei primi giorni di Dicembre 2010 la visita fatta in Libia da Mariela Desio, Giuseppe Rivalta, Flavio Rivalta, Carla Ferraresi, Franco Laffi ed i coniugi Benedettelli. Scopo del viaggio è stato quello di incontrare a Tripoli alcune persone con cui già da tempo si intrattengono rapporti culturali e di visitare luoghi che il Prof. Desio attraversò nel lontano 1926, durante il suo primo contatto col deserto del Sahara.Arrivati con i propri fuoristrada ad Adjedabia ci siamo diretti a Sud verso Jalu ed a Awgla (Augila) dove esiste l’ antica moschea di Sidi Abdalia. Qui il gruppo ha incontrato la guida che li avrebbe accompagnati verso Giarabub.
Non è stato facile reperire questa persona perché il tratto di deserto è poco battuto dai viaggiatori e dai turisti. Da Jalu siamo entrati nel Grande Mare di Sabbia seguendo la direzione N/E completamente in fuoripista. Questo deserto si estende per 30.000 kmq verso Sud entrando anche in Egitto fino a Gilf Kebir. Il territorio è formato da antichi e recenti fondali marini come indicato da Desio che li studiò per realizzare la prima carta geologica della Libia.
Abbiamo ritrovato anche numerosi siti dalle cui sabbie affiorano neri fossili di palma, alcune delle quali ancora intere. Verso Giarabub altri fossili, questa volta di molluschi, sono testimonianze di mare basso e fangoso, mentre in altre zone le acque dovevano raggiungere una certa profondità. Il Gran Mare di Sabbia è costituito da un erg di dune non molto alte ma isorientate. I nostri fuoristrada sono stati spesso costretti a lunghi aggiramenti di queste. Presenti anche materiali preistorici.
A causa di coordinate non corrette, non siamo riusciti a raggiungere la carcassa di un Savoia Marchetti S79 che precipitò nel 1941 tra le sabbie di questo erg. A tal proposito nel 1960, Gianluca Desio, geologo, figlio di Ardito Desio, durante una ricognizione insieme ad altri tecnici dell’Agip, trovò il corpo di uno degli aviatori (Giovanni Romanini) ad appena 15 km dalla pista Jalu-Giarabub: aveva percorso ben 90 km dal luogo dell’atterraggio alla disperata ricerca di salvezza, mentre i suoi colleghi morivano di sete, aspettando i soccorritori, sotto l’ala dell’aereo, un modello che gli inglesi avevano soprannominato il “Dannato Gobbo” per la forma che gli conferiva la carlinga.
Congiuntisi con la pista ci siamo fermati nei pressi dei pozzi di Bir Tarfaui e Bir er Salama, quest’ultimo raggiunto anche da Desio durante una delle sue prime perlustrazioni. Qui esistono ancora i resti di un fortino italiano che controllava la pista a quei tempi spesso frequentata dai ribelli senussi e contrabbandieri. Si tratta di bassi muri di sassi ed un recinto di filo spinato per i cammelli .
Arrivati a Giarabub, evitando zone ancora minate, e passati sotto al forte con la sua alta torre, la spedizione è andata a visitare la necropoli di Melfa ad Est del paese. Si tratta di un sito che lo stesso Ardito Desio visitò e che riporta nel suo libro “Le Vie della Sete” (Ed.Polaris). Qui, circa 2000 anni fa viveva una comunità di pastori ed agricoltori che hanno lasciato importanti reperti tra cui mummie e numerose tombe rupestri.
Lungo la strada che sale a Tobruk, si costeggia per oltre 100 km, un lungo reticolato di filo spinato in tripla fila, che fu allestito per evitare intromissioni delle truppe inglesii.
A Tobruk sosta ai cimiteri di guerra e poi Derna e l’antica Apollonia battuta da un vento fortissimo. Verso Bengasi, altra visita d’obbligo a Cirene con i suoi monumenti e la necropoli rupestre di grandi dimensioni. Dopo Bengasi si è ripassati da Adjedabia e poi verso Sirte. A Ras Lanuf, città petrolifera, siamo stati i primi turisti ad avere il permesso di entrarvi e a dormire nel loro albergo, però con divieto di scattare fotografie. Ripassati da Tripoli abbiamo proseguito per Tunisi da cui si è partiti in traghetto per Civitavecchia. Complessivamente sono stati percorsi circa 6000 km in poco più di due settimane. Un vivo ringraziamento va alla guida Khaled e Fateh ed alla loro famiglia che ci ha ospitato ed a Omar della SAEFI TURISM SERVICES che ci ha permesso di organizzare questo splendido viaggio ancora una volta sulle tracce di Desio in una Cirenaica dimenticata.