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Eccezionale scoperta paleontologica in Tunisia

Nel quadro di una collaborazione italo-tunisina tra l’Università degli Studi di Bologna e l’Office National des Mines, riguardante lo studio del patrimonio geologico della Tunisia, un’equipe di ricercatori dell’Università di Bologna, ha scoperto una parte di uno scheletro di dinosauro, nella sua posizione anatomica iniziale, fatto che costituisce una “première” per la Tunisia.
Durante questa missione, il gruppo ha trovato, sotto un metro di roccia sedimentaria, un bacino della lunghezza di 1,50 m. oltre a numerose vertebre, ciascuna di cm 50 di lunghezza, alcune tra loro ancora articolate. Sulla base di questi primi elementi  e sulla morfologia degli stessi si è fatta una stima di essere in presenza dei resti di un fossile appartenente ad un dinosauro erbivoro della lunghezza approssimativa di m.15.
Dopo aver accuratamente consolidato ed isolato il reperto dal terreno, coadiuvati anche dalla partecipazione di un’equipe dell’Office National des Mines) arrivati sul posto dopo essere stati informati dal Prof. Gabbianelli ( Capo  del Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico Ambientali  dell’Università di Bologna) i ricercatori hanno provveduto a mettere in sicurezza il fossile per poterlo trasportare a Tunisi nella sede dell’ONM. Da lì verrà poi trasferito temporaneamente in Italia per lo studio  e determinazione.
Lo scheletro si trovava in depositi  del Cretaceo Inferiore (Formazione di Ain El Guettar, Sabbie di Oum El Djab) con un’età stimata di 110 milioni di anni.
I fossili sono indispensabili per comprendere l’evoluzione ambientale dell’Africa del Nord durante il Cretaceo e conseguentemente comprendere meglio i rapporti  tra le faune africane ed europee.
Una pubblicazione scientifica comune (Università di Bologna e Office National des Mines) è prevista per la fine del 2011.
L’equipe dell’Università di Bologna era composta dai dottori Federico Fanti (capo missione),Michela ContessiFredric Scarelli con il supporto di Giuseppe Rivalta Aldo Bacchetta.
L’equipe dell’ ONM era composta dal Dr. Mohsen Hassine (Capo servizio Patrimonio Geologico) e da Mr Habib Aljane (che lavora  anche per il Museo Amici della Terra di Tataouine).

Dr. Federico Fanti

 Durante i giorni della spedizione sono stati completati, inoltre, i rilevamenti di numerose improntedi dinosauri emergenti da strati ben definiti  presenti in alto sulle scoscese pendici della catena montagnosa cretacea, che si snoda in direzione Sud verso il confine libico-algerino. Di queste sono stati presi calchi  e misure dettagliate con relative foto e punti GPS. Questo lavoro è stato coordinato dalla Dr.ssa Contessi. Tra tutte,  si sono dimostrate molto interessanti una di un Rettile volante  ed alcune simili a quelle lasciate da piccoli uccelli (affini ai passeracei attuali).
Quest’ area della Tunisia meridionale, proprio per la sua particolare serie stratigrafica, si è prestata, fin dall’antichità, alla realizzazione  di numerosissimi insediamenti rupestri e in pietra (ksar).
Le abitazioni scavate nelle argille, sottostanti a strati arenaci, calcarei o di gesso microcristallino, generalmente si presentano ad una o due camere chiuse da porte in legno di palma. Nell’area che abbiamo visitato, ci siamo imbattuti in moltissime di queste costruzioni berbere, alcune delle quali contenenti ancora suppellettili, in particolar modo vasi in terracotta utilizzati per sementi o per raccolta d’acqua. Soltanto nell’area di Tataouine se ne contano 150. Un mondo rupestre, in molti casi, abbandonato da non molti decenni. Prezioso è stato il contributo dato dal Sig. Aldo Bacchetta, profondo conoscitore del territorio tunisino, in cui vive da vari. anni
A Tataouine esiste un piccolo, ma interessate Museo ricco di reperti  della zona, comprendente anche la ricostruzione di un dinosauro, oltre a tartarughe, tronchi fossili, placche dermiche di coccodrilli giganti che vivevano in questa zona di costa del Cretaceo che si affacciava sull’Oceano Tetide.

L’Associazione “Amis de la Memore de la Terre de Tataouine” è il gestore di queste raccolte.

 

     

    a caccia di impronte

    applicazione della resina per estrarre il calco dell'impronta

     

    dente e pezzo di mandibola di coccodrillo gigante

    compilazione dei libretti di campagna e studio dei reperti della giornata

     

    il grande bacino

    il trasporto al fuoristrada

     

    impronta su uno strato di roccia

    rilevamenti su un'impronta

     

    "rimozione del fossile consolidato

 

 

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